Sismabonus 2017, a che punto è? novità e dubbi che permangono

Sismabonus 2017, a che punto è? novità e dubbi che permangono

Dopo l’entrata in vigore degli incentivi fiscali sugli adeguamenti sismici, il 1 gennaio 2017, a che punto è il Sismabonus?

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Le tappe fondamentali dall’entrata in vigore ad oggi

Come specificato in uno dei precedenti articoli, le “Linee guida per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni”, approvate con Decreto n.58/2017 dello scorso 28 febbraio dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Delrio, hanno permesso di dare piena attuazione al bonus sismico. L’Agenzia delle Entrate ha cercato di chiarire diversi dubbi sollevati dai privati cittadini come, ad esempio:

  • La possibilità di far rientrare tra le spese detraibili anche quelle effettuate per la classificazione e la verifica sismica degli immobili;
  • La possibilità di poter usufruire dell’agevolazione per interventi realizzati su tutte le tipologie di immobile (anche per le attività produttive);
  • L’estensione delle detrazioni anche ai titolari di diritti reali/personali sull’immobile (e non solo ai diretti proprietari);
  • Il vincolo del pagamento delle spese con bonifico bancario o postale, recante:

– causale del versamento, con riferimento alla norma (articolo 16-bis del Dpr 917/1986);

– codice fiscale del beneficiario della detrazione;

– codice fiscale o numero di partita Iva del beneficiario del pagamento.

sismabonus 2017

Ulteriori chiarimenti sono, successivamente, giunti dallo stesso MIT (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti), il quale ha dedicato una pagina web (“Casa Sicura”) al bonus; nella sezione è possibile ottenere informazioni dettagliate sul Sismabonus e, soprattutto, consultare le FAQ per ulteriori chiarimenti.

Dal punto di vista normativo, invece, il Decreto Legge DL 50/2017 dello scorso 24 aprile (la cosiddetta “Manovrina 2017”) non ancora convertito, ha permesso dimigliorare e completare alcuni punti fondamentali del Bonus; in particolare ha concesso la possibilità:

  • Di estendere la detrazione all’acquisto di abitazioni demolite e ricostruite nelle zone a rischio sismico 1, anche con la variazione volumetrica, consentendo di ottenere una detrazione fino all’85% anche sull’acquisto di abitazioni derivanti da interventi di demolizione e ricostruzione di vecchi edifici. La misura, sottolinea l’Associazione dei costruttori edili, “consentirà l’avvio di processi più ampi di rigenerazione urbana con la realizzazione di edifici di nuova costruzione in linea con gli attuali standard sismici e energetici e con le previsioni del Sismabonus;
  • Di effettuare nelle zone a rischio sismico 1, la messa in sicurezza degli edifici mediante demolizione e ricostruzione, per ridurne il rischio sismico. Tali interventi possono, inoltre, essere combinati con i piani casa regionali (se questi prevedono la possibilità di variare il volume);
  • Agli incapienti, di cedere il credito relativo all’Ecobonus sui lavori condominiali anche a banche e intermediari finanziari, oltre che a fornitori e imprese edili. Questa possibilità resta invece vietata per i condòmini non incapienti, così come per il Sismabonus non vi è ancora la possibilità di cedere i propri crediti alle banche e agli istituti finanziari.

 

Dubbi che permangono e possibili miglioramenti

Restano ancora alcune incertezze da risolvere e non mancano punti nella Manovra che possono essere revisionati, in modo da renderla più efficace. In particolare, permangono dubbi sui lavori svolti a cavallo tra il 2016 ed il 2017. Infatti, per i casi di adeguamento sismico in cui la SCIA (e tutta la documentazione richiesta) è stata presentata nel 2016 ma i lavori sono stati svolti a partire dal primo gennaio 2017, non è ben chiaro se il bonus sia applicabile sull’intero importo delle attività relative all’adeguamento sismico dell’immobile, oppure solo sulle spese sostenute dal 1 gennaio 2017. Purtroppo l’AdE non è ancora entrata nel merito e si spera che, mossa da Interpello o con proprio Provvedimento, chiarisca a breve la questione.

sismabonus 2017Invece, un punto chiave che potrebbe essere migliorato riguarda la norma sulla cessione dei crediti alle banche. Infatti, l’emendamento apportato nella “Manovrina 2017” riguarda esclusivamente gli investimenti di efficientamento energetico, tagliando fuori la messa in sicurezza antisismica. L’emendamento prevede per coloro che possiedono un reddito basso (gli incapienti) la possibilità di cedere il credito fiscale del 65% direttamente alle banche, incassando subito per lo meno gran parte del denaro. Ciò riguarderà i contribuenti con reddito lordo annuo fino a 8 mila euro, ma il Sismabonus rimane escluso dalla cessione.

Non è una questione di poca importanza, soprattutto se si considera l’applicazione degli incentivi per i lavori di adeguamento sismico effettuati su parti comuni di condomini, perché bisogna ricordare che il presidente dell’ANCE, Gabriele Buia, ha collegato il pieno successo del Bonus proprio al varo di una norma sulla cessione dei crediti efficace ed estesa anche alle banche.  Resta, in tal modo, in vigore la vecchia norma in materia di messa in sicurezza antisismica, la quale afferma che per gli interventi sulle parti comuni dei condomini “a decorrere dal primo gennaio 2017, in luogo della detrazione i soggetti beneficiari possono optare per la cessione del corrispondente credito ai fornitori che hanno effettuato gli interventi ovvero ad altri soggetti privati, con la facoltà di successiva cessione del credito” lasciando esclusa la cessione ad istituti di credito e ad intermediari finanziari.

Per l’ANCE, infatti, la cessione del credito non va limitata alle imprese, ma andrebbe estesa anche ad altri soggetti in grado di anticipare la liquidità che serve per alimentare queste operazioni. Solo in questo modo sarebbe possibile far decollare le grandi operazioni di messa in sicurezza.

Ad oggi, dunque, ancora poco è stato fatto; le potenzialità degli incentivi messi in campo dal Sismabonus non sono ancora sfruttate pienamente. Per rendere efficace il bonus sismico e applicarlo a grandi ed incisivi interventi, risulta fondamentale rivedere alcuni punti fondamentali della normativa e coinvolgere tutti gli attori della filiera dell’edilizia, attingendo a punti di vista multidisciplinari.

 

 

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